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LE STORIE per raccontare la complessità in modo semplice

Non se lo immaginavano proprio gli store manager di The North Face. E a maggior ragione, il percorso che hanno affrontato, ha avuto più valore. Si aspettavano, infatti, il classico meeting aziendale, con presentazioni frontali di prodotto e di marketing e invece hanno partecipato ad un workshop in cui le loro storie sono state messe al centro e sono stati coinvolti in un processo trasformativo profondo.

“L’idea – spiega Sergio Caredda, Senior Director, HR business partner DTC EMEA di VF Corporation – era lavorare su un contenuto che potesse essere energizzante. Rispetto al passato abbiamo deciso, infatti, di fermarci a riflettere veramente sul ruolo dello store manager. E questo evento ha confermato quello in cui ho sempre creduto: costruire i negozi sulla centralità delle persone è una modalità vincente.”

 

Il workshop è durato tre giorni e ha riunito ad Amsterdam, nella sede di Knowmads, la Alternative Business School di cui Peoplerise è partner, 80 persone di diversi Paesi europei, tra cui Spagna, Francia, Germania, Italia, Inghilterra, Svizzera e Olanda.

The north face team

“Il filo conduttore sono state le storie – spiega Elena Crudo, consulente di Peoplerise – perché rappresentano una porta di accesso alla portata di tutti e consentono di raccontare la complessità in modo semplice. Il nostro proposito, infatti, era dare voce alle persone, in maniera naturale e personale, partendo da un presupposto fondamentale: ognuno di noi vive immerso nelle storie e, nel caso degli store manager, si tratta di storie del team, storie con i clienti o storie sui prodotti. Nessuno meglio di loro conosce il proprio lavoro e la propria quotidianità. Partire dalle storie significa considerare che il sistema è fatto di persone, di differenze geografiche e di tante altre variabili, che rendono il contesto complesso e consente di osservare il cambiamento da una molteplicità di punti di vista, non solo quello manageriale.”

Per questo la narrazione dei protagonisti, di quello che vivono e vedono quotidianamente è un punto di partenza prezioso. Ed è così che ogni giorno, in modo diverso, il gruppo di store manager di The North Face è stato guidato alla scoperta dei racconti dei singoli partecipanti. E se inizialmente le persone sono state ragionevolmente perplesse a diventare protagoniste del meeting, una volta invitate a parlare non degli aspetti tecnici del proprio lavoro, ma piuttosto di quelli personali, è emerso il desiderio di condividere con gli altri, perché ne è stato compreso il senso profondo. Il percorso fatto insieme ha fatto emergere, in modo intuitivo, gli archetipi culturali radicati, che determinano i comportamenti quotidiani, rendendoli consapevoli nelle persone e non più scontati o automatici. E la consapevolezza è il primo passo verso nuove scelte.”

 

“Il percorso durante i tre giorni – riprende Sergio Caredda – è partito dall’aspetto umano e individuale, per poi focalizzarsi su come gli store manager si sentono oggi nel loro ruolo, per identificare, infine, ciò che può cambiare nella gestione e individuare qual è il futuro desiderato.”

Ma non esiste una storia senza una cornice e per Peoplerise questa è rappresentata dalla creazione di un solido spazio sicuro, che permetta una connessione autentica delle persone, tra il proprio mondo interiore ed esteriore. E in questo percorso rientra anche la preparazione del middle management, per far sì che sia presente, ma con discrezione, per non rischiare di generare condizionamenti.

 

“Il risultato di questo workshop – racconta Elena – è dovuto anche molto a come i district manager hanno giocato il loro ruolo con delicatezza, incoraggiando la libertà di espressione e la naturalezza. Era importante per noi, che le persone si sentissero libere di raccontare quello che stavano vivendo. Perché quando sentiamo che possiamo essere noi stessi, si libera un’energia molto potente e si attiva una connessione più profonda, che ci permette di focalizzarci veramente su chi siamo e cosa facciamo. Nascono così delle intuizioni che non ti abbandonano più, perché derivano da un vissuto tutto personale e non da generiche definizioni teoriche, che studi e poi ti dimentichi. Il nostro proposito, infatti, non è creare momenti “bolla” slegati dalla realtà, ma seminare, per attivare nuove energie che si trasformino in una pratica, che poi venga adottata e riportata nel quotidiano. Ed infatti così è stato. Molte persone al termine dei tre giorni hanno condiviso che non vedevano l’ora di tornare a casa, intenzionate a raccontare e riproporre alla propria squadra qualche aspetto di quello che avevano vissuto.”

 

Non accade spesso nel mondo del lavoro di parlare di emozioni – sottolinea Caredda – e per un’azienda dedicarsi a questi temi non è facile, perché si mette in discussione. Ma l’esperienza di Amsterdam ha sicuramente lasciato il segno ed ha permesso agli store manager di capire il loro proposito personale, rispetto a quello organizzativo.”

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