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Ritorno in ufficio? “No grazie, ho smesso.”

Come affrontare il ritorno al lavoro in ufficio? Quale nuovo ruolo avranno gli uffici, ora che abbiamo avuto l’esperienza di lavorare in smart working per un periodo di tempo così lungo? 

 

Se ci avessimo pensato 4 mesi fa, non avremmo potuto immaginare che la volontà di tornare in ufficio potesse essere bassa e, di conseguenza, fossero necessarie azioni di motivazione del personale per ritornare a condividere spazi di collaborazione. Ma quali sono gli ostacoli emotivi che impediscono il ritorno in ufficio? 

 

Le relazioni scomode

 

Confrontandoci con diversi clienti, partener e conoscenti abbiamo ascoltato tante voci:

 

“Preferisco lavorare da casa, così non devo relazionarmi con quel collega che proprio non sopporto”

 

Questo è il deterrente più quotato che ho sentito finora. Lavorare da casa sembrerebbe quasi aver polarizzato le relazioni. Laddove vi era un legame positivo, questo si è rafforzato nutrendosi del sostegno reciproco ricevuto. D’altro canto, laddove il legame era incrinato o nascondeva un conflitto latente, il distanziamento sociale è stata l’occasione “perfetta” per non affrontare le situazione critiche e prendere le distanze. 

 

Come possiamo quindi prenderci cura di un ritorno in ufficio, che comprenda anche la possibilità di tornare ad interfacciarci con ciò che ci stava scomodo, e magari stimolarci a fare quel passo in più, affrontando i conflitti latenti? 

 

A modo mio

 

“Se lavoro da casa, posso fare le cose a modo mio, senza dovermi confrontare con gli altri”.

 

Il lavoro da casa ha costituito un’opportunità per quelle persone che sono poco inclini al teamwork, per rafforzare un approccio al lavoro in solitaria, bypassando l’ascolto dei punti di vista delle altre persone coinvolte o che vengono impattate dal proprio lavoro.

 

Come possiamo stimolare il confronto in chi quest’attitudine e meno naturale, in un setting di smart-working?

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Drew Coffman by Unsplash

Focus sul benessere

 

“Lavorare da casa mi permette di investire il tempo dello spostamento da casa a lavoro in attività di benessere”

 

Ritorna spesso anche il timore di dover rinunciare agli spazi di benessere personale che è possibile ritagliarsi lavorando in un ambiente domestico. Che chi si rilassa con una bella doccia in pausa pranzo, chi fa yoga al mattino, chi trascorre più tempo con la propria famiglia. In questo periodo, infatti, sembra essere stata riscoperta la bellezza di dedicare tempo a se stessi, di riscoprire le proprie passioni, il piacere di fare le piccole cose, come cucinare una torta. 

 

Come possiamo mettere a valore questa bellezza, rendendola un valore aggiunto anche per l’attività organizzativa? 

 

Un momento ri-fondativo per il team

 

Rientrare in ufficio non significa solo rivedere gli spazi fisici per rispettare le normative del COVID-19, significa anche ri-immaginare gli spazi sociali all’interno dei quali le persone possano condividere creatività, innovazione, dialoghi, relazioni umane. 

 

Partendo dalle osservazioni sopra citate, credo che il ritorno in ufficio abbia bisogno di un momento rifondativo del team – in cui guardarsi negli occhi e “ridefinire” modalità di condivisione di pensieri, spazi, azioni ed emozioni. 

 

Questo periodo di pandemia è stato una vera e propria rottura con lo stile di vita a cui eravamo abituati, non siamo più le stesse persone che eravamo prima. Investire tempo per riconnetterci, per condividere cosa per noi è diventato veramente importante in questo periodo, può essere un modo per riattivare le relazioni sociali fra colleghi che, vuoi anche solo per la presenza di uno schermo, hanno subito una distanziamento in questo periodo. 

 

Se, da un lato, lo smart working ha dato la possibilità di esplorare nuovi equilibri di vita privata e lavoro, dall’altro ha creato ottime alibi per non affrontare situazioni critiche latenti già da prima. Ecco allora che re-incontrarsi in questo nuovo contesto post-COVID 19 può essere l’occasione non solo per creare un modo di lavorare nuovo, ma anche per prenderci cura e trasformare, con più coscienza, di ciò che era disfunzionale prima.

 

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