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COME PASSARE DALLA PARALISI DI CONTESTO ALL’AZIONE GENERATIVA DI UN TEAM? 1/3

Se sei un manager, penso ti potrebbe interessare qualche dritta per trasformare un contesto poco motivante in uno che favorisca l’azione generativa del tuo team.

 

C’è una domanda che spesso clienti che hanno esigenze simili alle tue pongono.

 

“Come faccio a motivare le persone che lavorano nel mio team?”

 

In questo caso mi piacerebbe proporti un nuovo punto di vista sulla realtà introducendo una domanda alternativa (approfondimento sul potere delle domande: qui). Potrebbe aiutarti a cambiare la prospettiva da cui osservi il tuo campo.

 

“Come posso trasformare un contesto organizzativo paralizzato e paralizzante in un contesto generativo e abilitante all’azione per me e per i miei colleghi?”

 

Per rispondere a questa domanda dobbiamo partire da lontano cercando di capire 3 aspetti:

  • cos’è un contesto sociale
  • quali sono le sue caratteristiche
  • come puoi osservarlo per sentirti abilitato ad agire in modo generativo

 

IL CONTESTO SOCIALE E ORGANIZZATIVO

 

La tua organizzazione è un contesto sociale composto da elementi diversi fra loro. Ne fanno parte le persone, gli spazi fisici o virtuali dove queste si incontrano e le interconnessioni. Che siano quest’ultime mediate dalla struttura organizzativa o generate in modo spontaneo.

 

Infine, come ogni contesto sociale esistono delle regole. Possono essere definite istituzionalmente o condivise convenzionalmente. Il loro fine è garantire il raggiungimento dello scopo ultimo per cui esiste l’organizzazione.

 

Se ti soffermi ad osservare l’organizzazione intesa come contesto sociale ti accorgerai che al suo interno convivono diverse componenti. Intendo le policy, i processi amministrativi, logistici, operativi, le persone con caratteristiche diverse e uniche fra loro, i sistemi gerarchici, i dipartimenti.

 

Perché alcuni movimenti che agisci sul sistema non producono esattamente gli effetti che avevi immaginato a monte della progettazione dell’azione? Proprio perché esiste questa quantità e diversità di elementi.

 

A lungo andare questi effetti indesiderati o non previsti possono portare ad una paralisi del sistema. La causa è l’assenza di processi di azione generativa da parte delle persone che lo costituiscono.

 

Al fine di uscire da quest’impasse che non permette di agire per evitare conseguenze sgradevoli, o che il sistema non potrebbe sorreggere, è fondamentale osservare il contesto attraverso un nuovo punto di vista.

 

UN NUOVO PUNTO DI VISTA PER FAVORIRE L’AZIONE GENERATIVA

 

È necessario abbandonare lo sguardo analitico, che porta a vedere ogni variabile in una posizione di isolamento dalle altre.

 

Il nuovo sguardo da adottare è quello che permette di osservare il tutto come un insieme complesso di elementi, che interagiscono fra loro attraverso dinamiche uniche e imprevedibili.

 

La mia proposta di una nuova prospettiva deriva da un’evoluzione del paradigma scientifico avvenuto nel secolo scorso, a seguito dello sviluppo del principio di indeterminatezza sviluppato dal fisico Heisenberg.

 

Questo passaggio ha permesso lo sviluppo di una nuova dinamica di interrelazione fra l’osservatore e l’oggetto di osservazione.

 

L’interrelazione, in questo caso relativa al tuo contesto organizzativo, ti permette di considerare le parti che lo costituiscono in una relazione a loro volta dinamica.

 

Osservando l’organizzazione attraverso le dinamiche che la costituiscono, ne emergono delle caratteristiche inedite. Esse possono essere anche osservate come pattern emergenti e caratteristici.

 

azione generativa

 

UNA NUOVA PROSPETTIVA CHE FAVORISCE L’AZIONE GENERATIVA

 

Agendo all’interno di un contesto complesso come quello organizzativo, il punto di partenza per favorire il senso di autoefficacia è quindi la prospettiva attraverso la quale vediamo la realtà.

 

Dove per autoefficacia intendo la percezione delle persone circa la propria capacità di portare a termine dei compiti e di perseverare nel raggiungimento degli obiettivi.

 

In questo caso, se continui ad osservare il contesto come un insieme di pezzi connessi fra loro in modo lineare, sarai sempre portato a provare a calcolare gli effetti causali che ogni azione avrà su ogni singolo elemento.

 

Cosa impossibile oggigiorno. Il modo migliore per osservare la realtà sociale complessa di cui siamo parte è attraverso il pensiero sistemico.

 

LE CARATTERISTICHE DEL PENSIERO SISTEMICO

 

Adottare un pensiero sistemico permette di osservare il contesto non solo come la giustapposizione di diversi elementi che nella loro interazione producono degli effetti sul sistema. Bisogna guardare al contesto come ad un sistema complesso, nel quale la grande quantità di elementi interagiscono fra loro secondo logiche di azione-reazione non definite a priori.

 

Attraverso la logica di azione-reazione si accetta che, immesso nel sistema un elemento di disturbo, ogni elemento abbia la possibilità di reagire al nuovo in modo assolutamente non prevedibile.

 

È proprio grazie all’accoglienza di una logica di questo tipo che puoi dare spazio allo sviluppo di azioni generative nel sistema da parte delle persone che lo costituiscono.

 

È evidente che il processo di assunzione del pensiero sistemico non è semplice e immediato. Un elemento che aiuta questo percorso di trasformazione è il grado di prontezza del sistema. Ma essere pronto a cosa? Ad attivarsi di fronte ai cambiamenti in modo flessibile. Questo aspetto può essere definito come grado di resilienza del sistema.

 

Con questo primo articolo ho voluto chiarire il framework attraverso il quale ti sarà utile osservare il tuo contesto organizzativo per favorire una maggiore abilitazione delle persone e attivare una trasformazione nel modo in cui collaborano.

 

Nel prossimo proverò a rispondere alle seguenti domande:

 

cosa si intende per sistema resiliente? Quali sono le direttrici di sviluppo in grado di aiutare a sviluppare maggiormente questa caratteristica?

 

Se vuoi approfondire la tematica qui alcuni consigli di lettura per te:

 

Al prossimo articolo! 

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