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3 punti per ripartire

Uscire solo in caso di comprovata necessità. Tutti i servizi fermi, eccetto quelli che garantiscono i beni primari. 

Per farci strada in questo territorio sconosciuto, per ripararci dal rumore assordante delle nostre paure, abbiamo tagliato, ridotto, e poi tolto ancora. 

E quello che è rimasto ora ci guarda, e ci vede come non mai, specchio onesto e sincero delle nostre ginocchia ammaccate e dei nostri occhi profondi.

 

È uno specchio onesto e sincero, ed è lo stesso con cui ci ritroviamo oggi a guardare alla nostra organizzazione, è un ritorno all’essenziale che ci mostra punti di forza e di debolezza, risorse che non credevamo di avere e limiti che per lungo tempo abbiamo fatto finta di non vedere.

 

Un sistema non più sostenibile, un prodotto che diventa velocemente obsoleto, un controllo che non riesco a tenere, una delega che non riesco a dare, i processi disfunzionali ma consolidati, una comunicazione che non porta a collaborazione. 

 

Ma anche contributi inaspettati, team di lavoro che si auto organizzano, riunioni online focalizzate ed efficaci, processi che si snelliscono e si mostrano in tutto il loro valore. 

 

I sistemi organizzativi si palesano ora con onestà, nella pulizia di questo momento storico, tra il peso di vecchie prassi inadeguate e l’incognita di un nuovo che non è più quello che immaginavamo, ma che può aprire ancora inaspettate possibilità.

 

Il nostro invito è quello di guardare allo specchio senza paura, di connettersi al momento presente, avere il coraggio di lasciare andare quello che chiede di finire, e abbracciare il nuovo che emerge. 

 Photo by Jovis Aloor on Unsplash

 

Lo stesso abbiamo fatto noi. E da qui vogliamo ripartire:

 

  • People will always be essential

 

Come Peoplerise non potevamo che interrogarci su quale fosse oggi il senso profondo del nostro proposito e, in queste parole, troviamo ancora una volta una bussola chiara e potente.

 

Sono le persone ad essere il perno essenziale delle organizzazioni. E nelle persone risiede la scintilla della creatività che alimenta ogni giorno la nostra unicità.

 

Smart working, lavoro da remoto, team dislocati sul territorio: il digitale ci invita inoltre ad una riflessione e azione consapevole su come valorizzare le relazioni oggi. 

 

Mai come ora, è fondamentale promuovere valore e connessione, ottimizzare i processi e, nei nostri termini, prendersi cura del sistema, ancora una volta, con testa, cuore e mani.

 

  • Un sistema sano è un sistema che apprende

 

La nostra percezione di stabilità e prevedibilità degli eventi è stata duramente messa alla prova. Crediamo che le organizzazioni, così come l’essere umano, siano fondamentalmente forme di movimento e, come tali, costantemente in evoluzione.

 

È nostra profonda responsabilità promuovere un movimento che non si accontenti di “tornare alla normalità”, ma apprenda dalla situazione contingente e coltivi oggi i semi del futuro. 

 

Occorrono coraggio e passione per affrontare con mente e cuore aperto un viaggio trasformativo, un viaggio che parte dal nostro riflesso nello specchio e riconosce nell’innovazione una potente forma di nutrimento e generatività.

 

  • Ci approcciamo a un contesto complesso 

 

Un sistema complesso è caratterizzato da una moltitudine di componenti e da un’estrema variabilità e imprevedibilità. La nostra capacità di esercitare controllo in un contesto del genere sembra venire meno. Forse l’idea stessa di poter controllare può essere lasciata andare.

 

Per questo, riponiamo grande fiducia nel lavoro agile, fatto di team che si auto-organizzano, dove la circolazione di informazioni è cruciale e le decisioni sono rapide. Al paradigma predict&control preferiamo uno basato su probe-sense-respond: procediamo per sprint e prototipi, e promuoviamo una progettazione safe-fail, che valorizza l’errore come cruciale fonte di apprendimento.

 

Per guardarsi allo specchio ci vuole coraggio. E l’immagine mostrata è così sfidante da togliere il fiato. Noi ci stiamo provando e non vediamo l’ora di vederne emergere il nuovo. 

 

E tu, da dove vuoi ripartire?

 

 

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