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Social Presencing Theater: prefazione

Social Presencing Theater per affrontare la complessità

 

La tempesta perfetta! Una delle affermazioni che si sente pronunciare non di rado, in questi tempi.

 

C’è preoccupazione, c’è nebbia e ci sono blocchi che incombono sul nostro incedere. Volendolo dire con parole più dolorosamente adatte: si respira paura e regna  il disorientamento.

 

Perfino l’esperienza ci è poco d’aiuto, in scenari tanto nuovi per contenuti e intensità. Comprendiamo sempre più che la cura del nostro stato interiore, come individui e come comunità, è ciò che può consentirci di sviluppare la capacità di saper stare e saper trasformare le situazioni complesse che viviamo.

 

Il libro Social Presencing Theater

Questo libro è uscito durante la pandemia. La traduzione italiana esce ora, in un periodo in cui cominciamo a fare i conti con le sfide sollevate da questo flagello e come ci hanno cambiati. Tali sfide non sono affatto scomparse con il ridursi del virus, ma hanno anzi lasciato domande aperte e ferite da rimarginare, a livello personale, sociale e professionale.

 

Come reintegrare la dimensione sociale fisica nelle nostre vite? Come rendere integrato e sostenibile il lavoro divenuto ibrido? Quali nuove competenze sono richieste? Quali opportunità si aprono?

 

Il Social Presencing Theater, arte sociale descritta nel libro, offre modalità concrete e accessibili per attingere al nostro pieno potenziale, come individui e come gruppi di persone. Non si tratta più soltanto di integrare il solo potenziale razionale, ma anche la conoscenza intuitiva custodita nel nostro corpo individuale e nei corpi sociali. 

 

Otto Scharmer chiede, nella sua Prefazione al lavoro di Arawana: come possiamo non essere solo “teste che camminano” nei nostri luoghi di lavoro? Il libro racconta, attraverso casi concreti, come affiancando agli strumenti del pensiero sistemico (System thinking) quelli del sentire sistemico (System sensing), possiamo accedere ad un potenziale inespresso che libera moltissime energie in individui e organizzazioni.

 

l’integrazione di diversi tipi di intelligenze

 

Ormai da tempo ci sono familiari le descrizioni dei diversi tipi di intelligenze che trovano una corrispondenza nell’esperienza quotidiana: dalle 9 intelligenze di Gardner all’approfondimento sull’intelligenza emotiva di Goleman, da Stephen e Rachel Kaplan che parlano di attenzione focalizzata (directed attention) e attenzione libera e diffusa definita “fascinazione” (fascination), fino agli approcci integrali che parlano di danza tra rigore e intuizione. 

 

Questo libro mostra, caso dopo caso, l’efficacia pratica – ancora così spesso sottovalutata- dell’integrazione di queste intelligenze, dentro di noi e nei team di lavoro. 

 

Arawana dimostra, capitolo dopo capitolo, come le pratiche del Social Presencing Theater permettano di accedere alle intuizioni sul futuro che vuole emergere e sui prossimi passi da fare; intuizioni che nascono dall’integrazione di corpo, mente e campo sociale nello spazio aperto del momento presente. Qual è l’alternativa?

 

Se non prendiamo questo tempo di integrazione, intenzionale, per stabilire un senso di pienezza, possiamo trovarci a vivere in un mondo mentale fatto di proiezioni. 

 

In un momento in cui i temi delle diversità, delle unicità e dell’inclusione stanno finalmente conquistando l’attenzione che meritano, questo libro offre una prospettiva di integrazione efficace, non ideologica, non polemica, ma concreta, e basata sull’evidenza del nostro essere fatti di testa, cuore e mani.

 

Il Social Presencing Theater per Peoplerise

 

In Peoplerise, il Social Presencing Theater è una parte integrante del lavoro che portiamo nelle organizzazioni, ispirato negli anni da Otto Scharmer e dalla comunità del Presencing Institute. 

 

Osserviamo quotidianamente come i team siano seduti su un tesoro di competenze, intuizioni e potenziali, solo parzialmente espressi.

 

E se accedere a questo tesoro fosse più una questione di profondità, che di investimenti?

 

Una questione di coraggio, più che di tempo?

 

Più una questione di accettare le nostre vulnerabilità, che l’espressione di dinamiche di potere?

 

Una questione di relazioni, più che di gerarchia?

 

Questo libro è un importante contributo per tutti coloro che pensano che sia arrivato il tempo di ribilanciare la contrapposizione e ricucire lo strappo tra chi siamo nella vita privata e chi siamo al lavoro o nella vita pubblica

 

Può ispirare colleghi e practitioner, così come può supportare leader di gruppi e organizzazioni. Può stimolare persone appartenenti ad ambiti molto diversi, nell’affrontare le sfide del presente con una visione più sistemica e meno individualista. 

 

Un saggio che si legge come un romanzo o una biografia che, pagina dopo pagina, diventa uno specchio, un manuale e un’ispirazione per affrontare con visione e modalità nuove le sfide quotidiane delle organizzazioni che siamo chiamati ad abitare. 

 

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