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PEOPLERISE AL FESTIVAL DELLA COMPLESSITÀ

Sabato scorso, 19 maggio, Peoplerise ha partecipato a un incontro, organizzato nell’ambito del Festival della Complessità, dal titolo “Paradigma Teal e U Theory: verso un nuovo ecosistema di organizzazioni viventi”. Assieme a Flavio Fabiani, co-creation designer di Peoplerise, c’erano anche Francesco Mondora, Co-fondatore e co-CEO della Benefit Corporation Mondora e Aurelio Riccioli, Ingegnere informatico della sezione italiana dell’Istituto per la Tripartizione sociale di Berlino.

“Per noi – sottolinea Flavio – intervenire ad eventi come questo, in contesti come il Festival della Complessità, è molto importante perché significa dare la possibilità a chi partecipa di vivere un’esperienza che, seppure breve, noi vorremmo fosse trasformativa. Vogliamo contribuire a risvegliare una visione eco-sistemica sul mondo delle organizzazioni. Questo è possibile solo attraverso l’esperienza diretta, che rappresenta per noi una parte essenziale nell’apprendimento.”

 

È il pensiero di Francisco Varela, uno dei padri del neuro-cognitivismo, ma anche di Goethe, che riteneva che la trasformazione avvenga solo grazie all’esposizione ad un fenomeno.

 

“I temi di cui abbiamo parlato a Parma sabato – riprende Flavio – riguardano la possibilità di effettuare un percorso di sviluppo individuale e collettivo, quello che noi quotidianamente affrontiamo assieme ai nostri Clienti. Questo approccio permette, infatti, di percorrere un viaggio profondo per coloro che vogliono trasformare la propria organizzazione in termini di processi di lavoro, approccio al mercato, cultura, leadership. Le persone che partecipano ai nostri programmi prendono infatti maggiormente coscienza della condizione interiore da cui originano la loro attenzione e intenzione e di conseguenza le loro azioni individuali e collettive.”

La Teoria U, infatti, è il metodo sviluppato da Otto Scharmer, che parte dalla consapevolezza individuale per arrivare ad un cambiamento sociale, mentre il Paradigma Teal, dimostra come sia possibile, per aziende di qualsiasi dimensione, passare dalla piramide gerarchica alla leadership distribuita, attraverso l’auto-organizzazione e la coltivazione della pienezza al lavoro.

 

“Questi argomenti sono strettamente collegati con il tema della complessità – conclude Flavio – dal momento che un viaggio profondo di sviluppo personale non è mai lineare e le organizzazioni non sono macchine ma assomigliano maggiormente a esseri viventi. Quindi, all’interno di esse, non ha senso applicare il principio di causalità. La leadership, i processi innovativi, il coinvolgimento delle persone o la cultura di un’azienda, non possono essere pianificate in termini di azioni da fare per ottenere risultati. E questo è in stretta connessione proprio con una delle fasi individuate nel percorso della Teoria U, chiamata co-sensing. Il fenomeno di cui mi occupo cambierà e io stesso cambierò proprio per via di questa interazione, di questo contatto. La trasformazione di entrambi quindi sarà inevitabile ma non sarà prevedibile in base ad un rapporto di causa-effetto diretto e lineare, sarà, appunto, complessa.”

 

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