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NASCE TEAL LAB

Per tutte le persone stanche di andare a lavoro pensando a quanti giorni mancano al venerdì, di giocare a Candy Crush o Tetris per sopportare la noia, di fare meditazione solo per sfogare la frustrazione, di aspettare con ansia la pausa caffè e la pausa pranzo, di mandare giù l’ennesimo boccone amaro perché hanno bisogno del premio produzione. E in generale per tutti quelli che semplicemente vorrebbero trovare un senso nel proprio percorso professionale. Ecco la bella notizia: il futuro è arrivato anche in Italia e si chiama Teal Lab.

teal lab

Dalla gerarchia alla leadership distribuita

 

Inizia oggi infatti a Milano un progetto innovativo ideato per Peoplerise da Alessandro Rossi, Andrea Farè e Demetrio Labate, che mira a rendere i luoghi di lavoro posti più sani ed umani, dove le persone possano contribuire al proprio sviluppo, a quello delle loro aziende e in generale della società.

Sembra fantascienza ma non lo è ed infatti il format si basa sulle teorie organizzative più all’avanguardia, in particolare il paradigma Teal (descritto da F.Laloux nel suo libro Reinventing Organizations), che sta prendendo piede in tutto il mondo, dimostrando come sia possibile, per aziende di qualsiasi dimensione, passare dalla piramide gerarchica alla leadership distribuita.

 

Pratica di teorie organizzative all’avanguardia

 

Teal Lab si struttura nel lungo termine a partire da un workshop dall’approccio molto pragmatico. Attraverso l’esperienza condivisa di due giorni, i partecipanti potranno sperimentare direttamente cosa significhi concretamente organizzare il lavoro in azienda basandosi sull’autonomia, la responsabilità e la capacità di prendere decisioni di ogni singolo individuo.

Manager di organizzazioni differenti si troveranno ad esempio a simulare la realizzazione di progetti e quindi una successione di processi decisionali, in base all’approccio classico e a quello teal, avendo modo di confrontarsi e toccare con mano la differenza.

mappa evolutiva teal

Avviare il processo

 

Un percorso trasformativo quindi, che anche attraverso la tecnica del social presencing theater, mette al centro l’intelligenza collettiva e il valore aggiunto delle decisioni prese in modo condiviso e consente di guardarsi contemporaneamente da dentro al proprio contesto e dall’esterno, riconoscendo così cosa serve per attivare il processo di cambiamento.

Al termine dei due giorni infatti i partecipanti saranno in grado di creare un prototipo di progetto da portare nella propria azienda e avviare il cambiamento.

 

Il network per catalizzatori di cambiamento

 

Ma non esistono bacchette magiche, il percorso è prima di tutto individuale e siccome mette in crisi lo status quo, necessita di una rete di supporto. Per questa ragione Alessandro Rossi, Andrea Farè e Demetrio Labate hanno pensato di fare seguire ad ogni workshop delle sessioni di follow up per supportare i prototipi avviati nelle singole aziende e continuare il confronto fra i partecipanti, in modo che lo scambio possa evolvere.

E chi lo sa che magari questa trasformazione in atto non ci farà amare di più anche il lunedì mattina. Per ora accontentiamoci degli altri momenti della settimana.

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